Tracklist:
1. Isabeau | (10:13 – ITS729500007) |
2. Fuoco e Ferro | (6:49 – ITS729500008) |
3. Quello Che Gli Altri Non Sanno | (1:59 – ITS729500009) |
4. La Vita Che Grida | (5:47 – ITS729500010) |
5. Le Memorie Dalla Scogliera | (9:42 – ITS729500011) |
6. Onde | (5:31 – ITS729500012) |
7. Sogno | (5:24 – ITS729500013) |
8. Separazione | (5:32 – ITS729500014) |
9. Senza Parole | (1:30 – ITS729500015) |
10. Lo Zingaro | (3:28 – ITS729500016) |
11. Il Viaggio | (4:46 – ITS729500017) |
12. Incompiuta | (9:38 – ITS729500018) |
Seconda pubblicazione dell’Artista, alla quale hanno preso parte Francesco Di Giacomo e Rodolfo Malterse del Banco, oltre ad altri musicisti. Qui il Sinfonismo Moderno incontra la band e il mondo del Prog.
“Movimento.
Emergenza di quella particolare necessità di rappresentare quanto vissuto, elaborato e trasformato dalla fantasia, proposto come movimento, vibrazione che a sua volta fa vibrare quei corpi che, per loro struttura, entrano in risonanza, producendo “armonia”.
Usando il suono, proponendo una lontana eco di quel rapporto sensoriale caratteristico dei primi mesi di vita.
La recettività, il vissuto nei rapporti interumani, si pone come l’elemento primario di un processo di composizione che vuole esprimere, non raccontare, l’impalpabile materiale emozionale che ne deriva: affetti, suoni invisibili che danno significato ai suoni materiali.
Necessità di una fusione tra fantasia e rapporto con la realtà, tra contenuti personali e dimensione universale dell’uomo, che si rinnova ad ogni contatto: con i contesti storici e sociali, con le forme, con gli stili, con gli interpreti, in una continua evoluzione che arriva concreta e realizzata ad altri, sconosciuti ma umanamente simili.
Comunicazione che non è propriamente “linguaggio” ma attività, fare: forse cercando sintonie, conferme o semplicemente la bellezza dell’essere per una fantasia che risale alla nascita, patrimonio di tutti gli esseri umani.
La vita che grida, movimento che segue la consecuzione “recettività > trasformazione > realizzazione “, provocando una reazione progressiva che si conclude soltanto con la definitiva realizzazione, in una forma sensibile al contesto in cui si è sviluppata.
Qualcosa di diverso da un astratto gioco sonoro: l’ipotesi che l’emergenza della rappresentazione artistica, pur avendo origini profonde ed individuali, sia comunque alimentata dal rapporto interumano, che i suoni materiali non siano altro che una possibile forma di espressione delle “risonanze” affettive trasformate dalla fantasia, che questo sia il limite dell’opera d’arte; la possibilità di rendere significante un insieme di suoni per quella risonanza di immagini interne, di emozioni, che pur nelle loro diversità hanno un carattere universale, materializzazione in suoni come rappresentazione delle “masse emotive” che ci muovono e ci rendono diversi, che si rivolge a chi è in grado di “sentire”, di recepire i contenuti, di raccogliere le vibrazioni profonde, forse “semplicemente” di innamorarsi. La vita che grida.
Piccole forme, montate su di un filo a comporre l’immagine di un’unica collana; diversi colori, per la diversità degli elementi presenti, per la diversità delle combinazioni.
Movimento > vibrazione > risonanza.
Forme sensibili al rapporto con la realtà.
Onde sonore che tracciano linee immaginarie, disegnando nell’aria le curve ascendenti e discendenti delle emozioni, la musica come stile di vita: la vita che grida.
Per una riuscita.”
(Tony Carnevale)
“…ed il mio vivere che cerca una forma indefinita che diventi immagine nel contatto di pelle, la tua pelle, curva che non conosco …”
(Tony Carnevale)
LA STORIA:
Primo brano realizzato dopo la pubblicazione di Risonanze; iniziato nel Marzo del ’91, è stato poi ripreso e completato nel mese successivo (le musiche di Risonanze erano in realtà state realizzate nell’Agosto dell’88).
“Questo brano, come tutti quelli da me realizzati dall’85 in poi, è stato costruito con il metodo della “composizione diretta”, cioè non scritto ma direttamente registrato.”
(Tony Carnevale)
LA PARTITURA EMOTIVA:
“E’ un’immagine femminile, un’immagine di fantasia. E’ la successiva ricerca nella realtà: le linee indefinite degli archi si muovono – simbolicamente – verso qualcosa con cui “rapportarsi”, un ritmo possibile, una linea sonora; e incontrano molte cose, la voce solitaria di un oboe, la semplicità cadenzata del ritmo binario e le masse sonore dei pieni orchestrali, le voci umane o la durezza di uno stile con il quale trovare dei possibili punti di contatto, forse anche soltanto “suonare” insieme.
E l’immagine dà vita a forme diverse pur mantenendo la struttura originaria, riproponendosi spesso nei suoi semplici elementi costitutivi.”
(Tony Carnevale)
Isabeau prosegue e sviluppa quanto già presente in Risonanze: il rifiuto di una complessità delle forme che spesso viene utilizzata per disorientare. per coprire la carenza di contenuti. Alcuni brani successivi (Sogno, Separazione, Il Viaggio) riecheggiano elementi di questo primo brano.
“…si lascia apparentemente trascinare, per un’innata disponibilità al rapporto, nel caos, per dare nuova forma a ciò che la delusione ha fatto dimenticare, piegando la spada col calore del fuoco e lentamente disegnando con il metallo una figura femminile, una chiave di violino.”
(Tony Carnevale)
LA STORIA:
“Nel Dicembre ’92, un invito a suonare in un concerto organizzato da Guido Bellachioma e Radio Rock (“Progressivamente”. Castello-Roma, 22 Aprile 1993) – al quale parteciparono tra gli altri anche il “Banco del mutuo soccorso” ed i “Gang” – fece nascere l’idea di realizzare un brano di stile progressivo che avesse comunque caratteristiche sonore e stilistiche degli anni ’90: fondamentale la “6 corde turbo” di Rudy Costa, l’elemento dialettico indispensabile per una fusione tra gli stili compositivi del progressive anni ’70 ed il chitarrisrno moderno; il basso del funambolico Pippo Matino ha completato l’opera.”
(Tony Carnevale)
Il brano si snoda su elementi compositivi anche complessi, come alcune sovrapposizioni tonali o il fugato del finale, senza mai rinunciare all’impatto ritmico-sonoro.
LA PARTITURA EMOTIVA:
E’ l’incontro con la durezza della “strada”: il coinvolgimento che non nega l’esistenza di altre realtà espressive ma che, anzi, vuole fondere in una nuova forma elementi apparentemente contrastanti: la chitarra è l’elemento di durezza (il “ferro”) accolto in un contesto nel quale tende progressivamente a coinvolgersi per interagire con gli altri strumenti, in una fusione sonora possibile grazie al “fuoco” della pura energia vitale (il ritmo) ed alla mano che dà forma all’amalgama creato (la struttura compositiva).
“E’ della tua bellezza quello che gli altri non sanno,
è del tuo orgasmo, quello che gli altri non sanno,
è del nostro vivere che ci siamo macchiati;
quando lo scoprirai sarai donna solo per gli occhi, occhi che non sanno;
sono sceso nel profondo del mare, per rubare due perle verdi ed ramo di corallo,
da pazzo, sapendo di poter annegare.
Ora sono qui, per questo colpevole, a ricordare il tuo sorriso nuovo,
felice di aver saputo quello che gli altri altri non sanno”
(Tony Carnevale)
LA STORIA:
“E’ la matrice de “La Vita Che Grida”, un’idea vagante per lungo tempo, è una di quelle idee che all’improvviso riemergono e prendono forma.”
(Tony Carnevale)
LA PARTITURA EMOTIVA.
Di solito, di un brano si ascolta la versione completa e definitiva, ma nessuno sa da cosa è partita, qual’è l’elemento, il nucleo dal quale il brano si è sviluppato, anche perchè questo nucleo rimane poi racchiuso all’interno del brano stesso:
“Quello Che Gli Altri Non Sanno va quasi preso alla lettera, è tutto ciò che c’è prima della realizzazione, la ricerca di qualcosa che possa esprimere l’emozione vissuta, magari in un fatto privato, che arriva agli altri come cosa compiuta ma che resta nella memoria dell’autore come momento della propria vita, conoscibile forse soltanto da chi l’ha condiviso.”
(Tony Carnevale)
“Il pianto del bambino,
l’orgasmo,
il nuovo pensiero.
Portala con te questa vita che grida”
(Tony Carnevale)
LA STORIA:
“La parte musicale è stata realizzata nel Maggio del ’90, la prima stesura del testo è del marzo ’91. La versione defmitiva risale al Dicembre del ’92, per la stessa occasione che ha dato vita a “Fuoco e Ferro”: il primo ad essere coinvolto nella realizzazione è stato Rodolfo Maltese (Banco), subito seguito dal grande Francesco Di Giacomo (Banco); con Francesco abbiamo rivisto il testo per adattarlo alla sua vocalità e lo abbiamo direttamente registrato: la versione definitiva è rimasta quella della prima spontanea interpretazione.”
(Tony Carnevale)
Il brano è stato successivamente inserito nel fascicolo n.6 della Collana “L’Italia Del Rock” (Edizioni La Repubblica).
LA PARTITURA EMOTIVA:
“Non ci sono forse parole adatte a descrivere il senso di questo brano: è tutto ciò che rappresenta la vita stessa nelle sue infinite manifestazioni, la sua forza e la sua fragilità, i continui attentati alla fantasia che la stupidità e la violenza fanno quotidianamente, la risposta in termini affettivi di chi non vuole cedere, di chi crede nella bellezza e nella trasformazione.”
(Tony Carnevale)
IL TESTO:
Sbatte nei perché questa vita che grida – e un colpo è una ferita
Spalle contro il muro guarda dritto a te – non perdere la sfida
Quanto durerà quella linea infinita – che ti confonde il volo
Segui quella scia di un airone che migra
Che cerca quello che non ha
la terra che non ha
racconterà di sè a un cielo che già sa
che un altro giorno verrà.
Portala con te questa vita che grida – che cerca un’altra riva
Che non cede mai a una notte sbagliata – ma ha il sole tra le dita
Sole che verrà a incendiarti la vita – con tutto il suo calore
Donna che sarà un vita che grida
E come un’onda crescerà
e mare si farà
racconterà di te
di un uomo che già sa
che un altro giorno verrà
che un altro giorno verrà
in questa vita che grida, che grida, che grida..
Portala con te questa vita che grida.
“Gli occhi guardano e non vedono ciò che è esterno a sè, ciò che si è lasciato e che ha lasciato un vago ricordo di figure e forme, eppure è chiara l’emozione vissuta, scaturita da storie impossibili da raccontare e impossibili da dimenticare: la nuova immagine, il presente e questo mare che ho di fronte, che anche gli occhi ora vedono”
(Tony Carnevale)
LA STORIA:
La stesura della prima parte del brano risale all’agosto 1988, nello stesso periodo di realizzazione delle musiche di Risonanze; la versione definitiva risale al Dicembre ’92, per la stessa occasione citata a proposito di “Fuoco e Ferro” e “La vita che grida”.
“Nell’arco di due giorni Le Memorie Dalla Scogliera era pronto, con la chitarra di Rodolfo Maltese che, nel brano, ha suonato anche il mandolino e la tromba. Alla voce di Daniela e’ stata affidata la citazione di un tema da “La Scoperta” (n.d.r.: dall’album Risonanze).”
(Tony Carnevale)
LA PARTITURA EMOTIVA:
“Sono i vissuti musicali in senso stretto. le esperienze fatte nel corso di anni che si riaffacciano alla memoria come in un caleidoscopio: l’infanzia, la prima adolescenza. i vent’anni, la maturità, l’elaborazione di tutto questo.
Non c’è frammentazione: la musica scorre dentro come un’unica cosa, proponendosi in diversi modi che riconducono comunque ad una storia unica, come un piccolo viaggio all’interno delle emozioni vissute. le sensazioni provate; non c’è nostalgia, è un sogno ad occhi aperti finito il quale si torna all’attualità del proprio essere, che si è costruito sulle cose vissute ma che deve necessariamente affrontare lo sconosciuto. il dopo.”
(Tony Carnevale)
“La traccia di una solitudine raccoglie le forme dell’essere in un istante che si fa ricordo di un movimento che non può essere fermato,
come il respiro di un uomo venuto aI mondo per la prima ed ultima volta,
che vive per te ma non con te.
Traccia che sfida il tempo perché uno sguardo attento si posi su di lei e faccia del ricordo il presente e del presente il futuro…”
(Tony Carnevale)
LA STORIA:
“E’ l’agosto del 1993: una donna ha deciso di non danzare più; forse perchè nessuno le aveva mai regalato i suoni, impalcatura invisibile dei suoi movimenti, aveva sempre dovuto “rubarli”.
E’ nata così questa “provocazione affettiva”, questa composizione diretta per piano, alla quale abbiamo poi aggiunto le chitarre di Rudy Costa.”
(Tony Carnevale)
LA PARTITURA EMOTIVA:
“Riuscire a rendere armonico il visibile, il movimento della figura (il piano) con l’invisibile movimento interno (i suoni indefiniti delle chitarre): questo brano è dedicato a tutte le donne che non possono scindere questo movimento.”
(Tony Carnevale)
“Tu sei il mio figlio più bello. Non hai voluto essere te stesso.
forse hai avuto paura e con ragione. Cerchi soltanto di dare la felicità agli altri e sei un pagliaccio. Tu sei il mio figlio più bello, amore mio.”
(da: “il Sogno Della Farfalla” di Massimo Fagioli)
LA STORIA:
Gennaio 1992: sul primo numero de “Il Sogno Della Farfalla” (Rivista di psichiatria e psicoterapia – Wichtig Editore, Milano) viene pubblicata la sceneggiatura di Massimo Fagioli, successivamente realizzata nel film di Marco Bellocchio “Il Sogno Della Farfalla”.
“La bellezza e l’originalità dei contenuti della sceneggiatura (per i quali rimando alla stessa) sono state la fonte di emozioni per questo brano e per i quattro che seguono.
Le musiche non hanno in nessun modo l’intenzione di essere “colonna sonora” o “descrizione in musica” delle immagini della sceneggiatura: sono la libera espressione personale delle emozioni suscitate dalla lettura del testo.”
(Tony Carnevale)
LA PARTITURA EMOTIVA:
“Addormentarsi e sognare qualcosa di dimenticato dalla coscienza, forse rifare il primo sogno, presente e vivo nella memoria inconscia: sentire una risonanza negli affetti, pur sapendo della diversità.
E quanto sognato diventa espressione sonora che ricrea qualcosa di precedentemente vissuto e lo trasforma in un elemento da cui ripartire per sviluppare un nuovo.”
(Tony Carnevale)
“Forse non lo merito. Non posso essere tuo padre.
Vattene. .. Bisogna credere in se stessi.”
(da: “il Sogno Della Farfalla” di Massimo Fagioli)
LA STORIA:
Vedi traccia 7 “Sogno”
LA PARTITURA EMOTIVA:
“La struttura compositiva muove il pianoforte, che rallenta il proprio movimento soltanto quando “incontra” il violino, rievocazione di un rapporto vissuto, un rapporto valido dal quale bisogna comunque separarsi, per essere; il movimento quindi riprende, rallentato dal riaffacciarsi di sensazioni formalmente semplici, ma dense di contenuti, nessuna delle quali riesce comunque a fermare lo sviluppo, la struttura compositiva in continua evoluzione, il tema con variazioni.”
(Tony Carnevale)
“Quel ragazzo ha deciso di non parlare a nessuno, ma non è sciancato: ha una bellissima voce.”
(da: “il Sogno Della Farfalla” di Massimo Fagioli)
LA STORIA:
Vedi traccia 7 “Sogno”
LA PARTITURA EMOTIVA:
“La fissità della mano destra, la proposizione della mano sinistra che forza il movimento variando di continuo, costringendo, per finire di nuovo con una “distanza”.”
(Tony Carnevale)
“Anna: “Per voi il tempo non esiste”
Zingaro: “Sono vecchissimo di mille anni”.”
(da: “il Sogno Della Farfalla” di Massimo Fagioli)
LA STORIA:
Vedi traccia 7 “Sogno”
LA PARTITURA EMOTIVA:
“Suonare senza suonare, provare il suono dello strumento, senza” musica dentro”.”
(Tony Carnevale)
“Tu lo ami ma non puoi lasciarlo così, come se non fosse mai nato.
Devi rovinarlo un pò per renderlo più umano.
Poi tanto invecchierà e diverrà brutto.
Ma tant’ è. Non puoi amare sempre un ideale.”
(da: “il Sogno Della Farfalla” di Massimo Fagioli)
LA STORIA:
Vedi traccia 7 “Sogno”
LA PARTITURA EMOTIVA:
“Composizione diretta, movimento sostenuto soltanto dall’intenzione espressiva, con echi di lontane “masse emotive” che riemergono in un nuovo contesto.”
(Tony Carnevale)
“… la donna prese la partitura e la gettò dentro al piano: “ora inventa il modo per avere entrambe”.”
(da: “Partitura incompiuta” di Ugo Molinara)
LA STORIA.
“Ugo Molinara, nell’ambito di un rapporto umano ed artistico che ha dato vita a vari progetti e realizzazioni, mi propose nel luglio del ’91 di scrivere una premessa al suo romanzo “Partitura Incompiuta”, storia di un uomo, un musicista, che incontra una donna “con la musica dentro”, che può danzare anche senza suoni materiali:
nasce un rapporto-sfida (in termini creativi) che si evolverà fino al punto in cui la donna chiederà all’uomo di essere uomo-artista, la creatività nel rapporto interumano.
Ho scritto la premessa, ma il soggetto era troppo interessante per fermarsi a questo.
E’ chiaro che la creatività (ovviamente non materiale) nel rapporto interumano non ha altre possibili rappresentazioni che il rapporto stesso, così come è chiaro che questo limite della rappresentazione artistica non è il limite della realtà umana dell’artista:
la linea di confine tra rapporto interumano e rappresentazione artistica tende a non essere più così netta in quelle situazioni in cui la rappresentazione artistica nasce nell’ambito di un rapporto interumano come “fare insieme”.
L’occasione per tentare di dare un “simbolico” seguito (non una nuova conclusione) al romanzo venne con la visione di una meravigliosa coreografia di M.Teresa Dal Medico (“Enfasi”):
decisi che avrei realizzato le musiche usando come “partitura” quei movimenti che Maria Teresa aveva realizzato come coreografia, dando inizio ad una esperienza ricca di continue e reciproche stimolazioni, un lavoro fatto “insieme” sulla musica del corpo.
La “Partitura…” resta comunque “…incompiuta”.”
(Tony Carnevale)
Il Dott. Molinara. nell’ambito di una ricerca analitica di gruppo, ha elaboralo il rapporto tra musicista e musica come rapporto e movimento tra immagine interna maschile e femminile. uillizzando il linguaggio artistico come rappresentazione.
LA PARTITURA EMOTIVA:
“Musica dal corpo, musica del corpo, il movimento, elemento primario di ogni vibrazione acustica, scaturito dal movimento umano, la musica dall’insieme dei movimenti.
Non c’è conclusione: una nuova idea interviene ad armunciare un dopo, legandosi alla precedente in una continuità che rappresenta la colonna sonora di una vita… che grida.”
(Tony Carnevale)
THE ORCHESTRA
Vocals | Francesco di Giacomo (4) |
Daniela “Weesteech” Soraci (4, 5) | |
Guitars, Mandolin & Trumpet | Rodolfo Maltese (4, 5) |
Electric Guitar | Rudy Costa (2, 6) |
Electric Bass | Pippo Matino (2) |
Drums & Percussions | Massimo Carrano (12) |
Violin | Andrea Paoletti (1, 7) – Fabrizio Paoletti (1, 7, 8, 10, 12) |
Cello | Ester Bonowkay (1, 7, 12) |
Double Bass | Stefano Marzolla (1, 7, 12) |
Piano, Samplers & Conducting | Tony Carnevale (all tracks except on 10) |
* tra parentesi i numeri di traccia in cui hanno suonato i musicisti
Tutti i brani sono stati composti, arrangiati, orchestrati, diretti e prodotti da Tony Carnevale.
Testo di “La vita che grida” di Carnevale – Di Giacomo
Mix: | Piero Bravin e Tony Carnevale |
Mastering: | Marcello Spiridioni |
Recording Studio: | Artonica |
Edizioni Musicali: | Proprietà dell’Autore |
Grafica e immagini: | Mauro Di Flaviano e Carlo Theodoli |
Manufactured by: | V.A.I. |
Le tracce 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11 e 12, sono state utilizzate come colonna sonora dell’opera coreografica: “III Movimento” di Elisabetta Melchiorri.
Si ringrazia Francesco Passarelli e la ditta CHERUBINI per la collaborazione tecnica e YAMAHA ITALIA per aver messo a disposizione il Disklavier.
Recensioni
– Rate Your Music
– Debaser